Argomenti trattati in questo articolo:
> Quali vantaggi possiamo trarre nel proteggere la vita marina?
> Che effetto hanno i filtri solari delle creme sul nostro Mare Mediterraneo?
> Sostenibilità, reef safe e creme solari: quali scegliere?
Inizia il momento più atteso dell’anno dove non possiamo fare a meno della crema solare per proteggerci dai numerosi danni provocati durante l’esposizione ai raggi UVA e UVB solari.
In un oceano vero e proprio di creme solari risulta fondamentale scegliere la migliore crema protettiva per la nostra tipologia di pelle ma, è altrettanto importante scegliere di farlo con un prodotto che non abbia alcun effetto negativo sull’ambiente marino, spesso sede delle nostre vacanze.
Facciamo chiarezza su questi argomenti strettamente correlati tra loro:
- ogni anno scarichiamo circa 25.000 tonnellate di creme solari negli Oceani e mari di tutto il mondo (praticamente quasi 1 litro al secondo)
- sono sufficienti circa 20 minuti in acqua durante il nostro bagno per scaricare il 25% dei componenti di una crema
- circa il 10% dei coralli e delle barriere coralline di tutto il mondo è gravemente compromesso dalle molecole chimiche presenti nelle creme solari (studio pubblicato recentemente dall’Università Politecnica delle Marche)
La maggior parte delle creme solari oggi in commercio contiene sostanze chimiche che assorbono i raggi solari UVA e UVB, tuttavia, producono effetti gravemente dannosi e irreversibili sulla vita marina. Secondo i più recenti studi pubblicati su Ecotoxicology 2023 e studi effettuati dal gruppo di ricerca di Stanford University in California i prodotti chimici incriminati risultano essere i seguenti:
– OSSIBENZONE (sigla Benzophenone-3) rappresenta un interferente endocrino anche per l’uomo, con organi bersaglio le nostre ghiandole e la produzione ormonale che risulta compromessa come per gli organismi marini
– OTTINOXATO
– OTTOCRILENE
– 4METILBENZILIDENE CANFORA
– AVOBENZONE
– OMOSALATO
– SALICILATO DI OTTILE
– DERIVATI DAL PABA
Queste molecole chimiche una volta liberate in acqua e in contatto con la luce solare generano a loro volta fototossine che alterano completamente gli equilibri ormonali degli organismi marini come molluschi bivalvi (vongole, cozze, etc.) pesci, tartarughe marine, delfini, alghe, organismi vegetali: gli organismi non possono più riprodursi in maniera corretta.
Nel caso particolare dei coralli gli effetti che vengono prodotti inducono uno sbiancamento dei coralli; le molecole chimiche distruggono le zooxantelle (microalghe che vivono in simbiosi con i coralli). Il corallo perde il suo organismo “simbionte amico” e diventa bianco, si stacca come roccia inerte e il tutto genera la morte dell’ecosistema più importante del mondo, ovvero la barriera corallina!
Quali vantaggi possiamo trarre nel proteggere la vita marina?
Gli Oceani e i Mari ricoprono oltre il 70% della superficie terrestre e tutti gli ecosistemi marini (barriera corallina, foresta di mangrovie, praterie di fanerogame marine etc) forniscono beni e servizi sia ambientali sia economici per l’uomo.
Basta pensare che il 50% dell’ossigeno presente nell’atmosfera, che noi respiriamo, è di origine marina: prodotto grazie alle zooxantelle, fitoplancton, alghe marine, piante marine etc.
Mari e Oceani di tutto il mondo rappresentano:
- beni alimentari tangibili grazie alla pesca e acquacoltura
Forniscono quindi anche un potenziale economico legato proprio a queste due attività, anche se, esiste un confine molto sottile tra sfruttamento delle risorse fornite dal mare in maniera sostenibile e non sostenibile;
- magazzini di anidride carbonica
L’anidride carbonica è la maggiore responsabile del cambiamento climatico a cui stiamo assistendo. I mari la immagazzinano trattenendola: non si disperde nell’aria e rappresentano pertanto un importante elemento per la sopravvivenza sul pianeta.
- fonte di biodiversità
Oltre all’aspetto biologico, la biodiversità (specie diverse che vivono in equilibrio in un determinato ecosistema) regala attrattività alla zona in cui è presente, richiamando numerose attività ricreative. Questo permette a un determinato luogo di acquisire grande valore, attirare numerosi turisti e ottenere benefici dal punto di vista economico.
- le barriere coralline, habitat per la posidonia oceanica etc rappresentano barriere frangiflutto
Ci tutelano dal progressivo innalzamento dei mari e consentono di poter vivere abbastanza serenamente sulle coste.
Che effetto hanno i filtri solari delle creme sul nostro Mare Mediterraneo?
Benché la superficie del Mare Mediterraneo si estenda per solo l’1% della superficie oceanica mondiale, esso rappresenta un hotspot di biodiversità marina che ospita il 12% della biodiversità di tutto il pianeta.
Utilizzando creme solari non idonee alla vita marina:
- diventiamo responsabili della distruzione del suo habitat per la Posidonia Oceanica (pianta marina che produce grandi quantitativi di ossigeno e fonte di riparo di numerosi organismi marini), inoltre contribuiamo indirettamente al fenomeno dell’erosione costiera
- mettiamo a serio rischio la salute degli organismi marini e la loro capacità di riprodursi con conseguenze drastiche per la pesca e acquacoltura
- perdiamo valore come luogo dal punto di vista naturalistico con conseguenze gravi sul turismo
Sostenibilità, reef safe e creme solari: quali scegliere?
Il mondo delle creme solari è in continua evoluzione, ma rimanere bene aggiornati risulta un buon modo per dimostrare rispetto verso noi stessi e verso tutto quello che amiamo e dobbiamo proteggere.
Prima della scelta della nostra crema protettiva è bene ricordare di leggere accuratamente l’etichetta che deve riportare le seguenti diciture:
REEF FRIENDLY/REEF SAFE: ci indica che la crema non contiene quelle molecole chimiche dannose per la vita marina, ma, occorre comunque leggere bene gli ingredienti per essere certi che non vi siano quelli elencati come pericolosi per la nostra salute e la salute degli organismi marini.
OCEAN FRIENDLY, SEA FRIENDLY: ci indica che l’azienda produttrice si impegna ad utilizzare composti alternativi alle microplastiche (polimeri di sintesi) utilizzando invece polimeri altamente o per il 60% degradabili in sostanze più semplici che, in circa, 10 giorni si degradano. In questo modo non andiamo ad inquinare ulteriormente l’ambiente. Queste sostanze spesso impiegate sono altamente naturali e derivanti da frutta (olio di semi di vinaccioli, aloe vera, burro di Karitè, olio di cocco, etc).